Vivere gli anni de "La Dolce Vita" anche solo per una sera durante l'evento "Roma è di Moda. Via Veneto Edition" nella suggestiva cornice di Via Veneto a Roma.
Assistere ad un vero e proprio spettacolo, la sfilata della Maison Gattinoni, che disegnò anche l'iconico abito di velluto nero che Anita Ekberg indossava nella scena dentro la Fontana di Trevi.
Vivere per la prima volta quell'atmosfera, anche grazie all'ineccepibile interpretazione di Anna Magnani fatta da Paola Minaccioni, le danze dei ballerini dell'Opera di Roma e le scene tratte dai film che hanno reso grande il nostro Cinema.
Essere partecipe di quel mondo che non c'è più ma che ancora vive nei ricordi delle persone che lo hanno vissuto.
È stato bellissimo.
Grazie alla mia agenzia @blackewhite_management che ha reso possibile la mia presenza e grazie al mio magnifico agente @_michelesonio a cui devo il mio coraggioso outfit anni '60.
Sempre più contenta di fare parte di questa squadra.
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Vi piacciono i The Beatles e le loro atmosfere musicali? Allora non potete assolutamente perdervi il concerto dei The Beetools.
Un duo tributo dei mitici Fab4!
Dove? Nel Cortile di Palazzo Comunale
Quando? Venerdì 29 luglio alle ore 21.
Ingresso libero con registrazione al link in bio.
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Luciano Frassi con le sue foto ha raccontato la vita della città di Pisa. In questi splendidi scatti degli anni '50 e '60 possiamo vedere come venivano vissute le vacanze estive dai Pisani che si recavano a Marina durante le assolate giornate estive.
Il fondatore di Marina di Pisa è riconosciuto in Gaetano Ceccherini. In tale area Ceccherini, costruì un attrezzato stabilimento balneare. Fu da quel momento che la zona iniziò a guadagnarsi lo status di meta per il turismo balneare, turismo incentivato dalla tendenza scientifica in favore dei bagni di mare come terapia preventiva di molte malattie.
L'archivio Frassi è oggi ospitato da Palazzo Blu.
Foto: Archivio Frassi / Palazzo Blu
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Come capita spesso agli attori, anche Virna Lisi è nota per aver rifiutato ruoli in celebri film, prevalentemente di produzione statunitense. Nei primi anni Sessanta, infatti, le venne offerto il ruolo della bond girl in "007, dalla Russia con amore", con Sean Connery, ma lei rifiutò, dichiarando in seguito di essersene però pentita. Nel 1968, invece, le fu assegnato il ruolo della protagonista nel film Barbarella, ma l’attrice rifiutò la parte stufa di interpretare il ruolo della bionda sexy e svampita. Il ruolo fu così affidato a Jane Fonda, che divenne famosa grazie a tale titolo. Avrebbe inoltre dovuto recitare in "Cuore sacro" di Ferzan Özpetek e Immaturi, ma rinunciò per via di altri impegni.
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Sono abbastanza rare, nella storia della pubblicità italiana, le campagne pubblicitarie collettive. Venivano realizzate grazie alla collaborazione di piccole aziende e consorzi che si univano con lo scopo di finanziare una campagna di comunicazione a sostegno di un interesse comune.
La campagna di oggi, del 1960, è una delle tante che i produttori di birra sostennero collettivamente nel corso del ‘900, ma con l’arrivo degli anni ’80 questa pratica venne abbandonata.
La produzione di birra in Italia ha una storia travagliata rispetto a quella del vino e degli altri alcolici.
Le prime realtà imprenditoriali di rilievo risalgono agli inizi dell’ottocento e nel 1890 si potevano contare sul territorio nazionale circa centoquaranta unità produttive.
Nell’arco del ventennio successivo la produzione italiana quadruplicò ma allo scoppio della prima guerra mondiale ci fu un forte arresto delle produzioni a causa della carenza di materie prime. Al termine del conflitto i birrifici erano dimezzati e la loro capacità produttiva molto basa.
Al termine della guerra la produzione ricominciò a crescere ma nel 1927 le nuove leggi e gli aumenti sulle imposte (da cui i produttori di vino erano esenti) diedero un altro duro colpo ai produttori di birra italiani.
Il mercato crollò nuovamente a picco e moltissime aziende fallirono.
Le prime campagne pubblicitarie collettive, risalenti al 1929, contribuirono ad una lenta ripresa ma con la seconda guerra ci fu un nuovo e prolungato arresto.
Durante gli anni ’50 i produttori investirono nuovamente nelle comunicazioni collettive e solo a partire dagli anni ‘60, con lo sviluppo della tecnologia e della moderna distribuzione, la birra tornò a tutti gli effetti ad essere un prodotto di uso comune nella cultura italiana.
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