Sono abbastanza rare, nella storia della pubblicità italiana, le campagne pubblicitarie collettive. Venivano realizzate grazie alla collaborazione di piccole aziende e consorzi che si univano con lo scopo di finanziare una campagna di comunicazione a sostegno di un interesse comune.
La campagna di oggi, del 1960, è una delle tante che i produttori di birra sostennero collettivamente nel corso del ‘900, ma con l’arrivo degli anni ’80 questa pratica venne abbandonata.
La produzione di birra in Italia ha una storia travagliata rispetto a quella del vino e degli altri alcolici.
Le prime realtà imprenditoriali di rilievo risalgono agli inizi dell’ottocento e nel 1890 si potevano contare sul territorio nazionale circa centoquaranta unità produttive.
Nell’arco del ventennio successivo la produzione italiana quadruplicò ma allo scoppio della prima guerra mondiale ci fu un forte arresto delle produzioni a causa della carenza di materie prime. Al termine del conflitto i birrifici erano dimezzati e la loro capacità produttiva molto basa.
Al termine della guerra la produzione ricominciò a crescere ma nel 1927 le nuove leggi e gli aumenti sulle imposte (da cui i produttori di vino erano esenti) diedero un altro duro colpo ai produttori di birra italiani.
Il mercato crollò nuovamente a picco e moltissime aziende fallirono.
Le prime campagne pubblicitarie collettive, risalenti al 1929, contribuirono ad una lenta ripresa ma con la seconda guerra ci fu un nuovo e prolungato arresto.
Durante gli anni ’50 i produttori investirono nuovamente nelle comunicazioni collettive e solo a partire dagli anni ‘60, con lo sviluppo della tecnologia e della moderna distribuzione, la birra tornò a tutti gli effetti ad essere un prodotto di uso comune nella cultura italiana.
#birra#birraartigianale#birraitaliana#1960#anni60#anni60style#pubblicità #collettiva#collab#storiadellapubblicità #marketing#comunicazione#università #studio#madeinitaly#fotodelgiorno#buongiorno#fermentazione#distribuzione#1800#instaitalia